Non solo Bric, il futuro è l’N11
Sono trascorsi già 11 anni da quando Jim O’Neill, chairman di Goldman Sachs Asset Management, coniò il famosissimo termine Bric per indicare Brasile, Russia, India e Cina ossia i Paesi con il maggior tasso di crescita. In questo periodo le cose sono cambiate e l’economia ha visto entrare in gioco altri Stati con ampio successo. Stiamo parlando dei MIST: Messico, Indonesia, Corea del Sud e Turchia.
Quelli del MIST sono i quattro mercati più grandi che compongono il Goldman Sachs N-11 Equity Fund, creato lo scorso anno dallo stesso O’Neill per investire in quei Paesi che egli considera i prossimi 11 mercati emergenti di successo. Da inizio 2012 il fondo ha registrato +12%, rispetto a un più modesto +1,5% per i BRIC.
Il fondo N-11 “non ha risentito dell’incertezza sulla situazione negli Stati Uniti, della crisi in Europa e della delusione legata alla performance dei paesi BRIC”, ha commentato lo stesso O’Neill intervistato per via telefonica dai giornalisti di Bloomberg.
L’intento principale del fondo N-11, come spiega il padre fondatore del termine BRIC, è guardare a realtà di crescita oltre i soliti grandi mercati, con popolazione e forza lavoro giovane e un più alto tasso di natalità, capace d creare le condizioni di sviluppo e di opportunità di investimento.
Oltre ai paesi MIST precedentemente citati, il gruppo N11 include Bangladesh, Egitto, Nigeria, Pakistan, Filippine e Vietnam. Nel gruppo incluso anche l’Iran, anche se il fondo non investe nel paese poiché non è un mercato aperto agli investimenti esteri, con sanzioni imposte da Stati Uniti e Unione europea a causa del programma nucleare
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