Ftse-Mib: crollo in questa settimana?

Pubblicato da: MatteoT - il: 11-03-2013 16:21 Aggiornato il: 11-03-2013 15:29

La politica è sempre al centro del destino dell’Italia, anche sul fronte economico-finanziario. L’incertezza politica scaturita dalle elezioni dello scorso 24 e 25 febbraio 2013 è costata al nostro Paese il declassamento da parte di Fitch. Cosa attendersi, quindi, per i prossimi giorni? Il listino milanese sarà sorretto dalla migliore economia degli Usa o crollerà? Gli analisti sembrano preannunciare questa seconda ipotesi.

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Joe Rundle, capo del trading per ETX Capitol Rundle, afferma che “La realtà della politica italiana potrebbe presto far saltare gli equilibri europei così faticosamente conquistati e presto potrebbe diventare lei il “bad boy”, ruolo finora ricoperto da Madrid, la prima ad essere tenuta sott’occhio dai mercati”.

Un esempio ci aiuterà a schiarirci le idee: i rendimenti dei titoli italiani, i Btp a dieci anni, sono saliti al 4,65%, mentre quelli spagnoli, nello stesso periodo, sono scesi al 4,73%. Sono solamente otto, quindi, i punti base che separano i Btp decennali dai Bonos decennali.

Gli analisti di Bank of Tokyo Mitsubishi hanno, invece, minimizzato l’impatto del declassamento di Fitch visto che, prima del “junk”, mancherebbero ancora tre gradini e, poi, c’è da considerare che la struttura economica italiana sembra decisamente migliore di quella iberica. I mercati, però, hanno la memoria corta e, proprio questo, potrebbe lasciar respirare Milano e Piazza Affari.

Anche perchè Fitch non ha fatto altro che confermare ulteriormente una realtà risaputa: difficilmente potrà essere formato un governo stabile nelle prossime settimane. E proprio la difficoltà sulle riforme e sulla tipologia di esecutivo che potrà dar loro vita, resta un’incognita per i mercati che, non analizzando nessuna tendenza politica, si aspettano semplicemente l’attuazione di provvedimenti per il risanamento dei conti pubblici e soprattutto, per quanto riguarda l’aspetto strettamente focalizzato sull’economia reale, che ridia competitività alle aziende italiane.

Avendo l’Italia un outlook negativo e, per il 2013, delle prospettive di avere un deficit/pil del 130%, l’insediamento di un governo debole o momentaneo per portare a termine le riforme necessarie, impostaci dall’Europa, potrebbe non essere sufficiente per riequilibrare i mercati che, in questo caso, porterebbero l’Italia nelle mani degli speculatori.

Non più tardi di venerdì, infatti, al Workshop Ambrosetti, Roubini aveva parlato di rischio “tsunami” e del ritorno di antichi problemi, ancora irrisolti, per quanto riguarda la zona euro, anche a causa di una disoccupazione che in Grecia e Spagna ha toccato quota 25% e che da noi, in Italia, si appresta ad arrivare al 12%. Il tutto mentre i dati sui consumi e sull’economia scendono ancora: il 65%, cioè 2 famiglie su 3, sono costrette a intaccare il capitale risparmiato (una delle basi ancora forti dell’economia italiana) per riuscire ad arrivare alla fine del mese.

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