Egitto e Portogallo zavorrano le Borse: il resoconto della giornata
L’Europa torna nuovamente ad aver di fronte i fantasmi della crisi. La Grecia è stata messa all’angolo dall’Unione Europea ed il Portogallo è alle prese con una delicata crisi politica che sta influenzando, e non poco, sui rendimenti dei bond del Paese. In questo contesto c’è da menzionare anche l’attesa per l’Eurogruppo di lunedì che si esprimerà sulla nuova tranche di aiuti da 8,1 miliardi di euro verso il Paese ellenico.
A queste turbolenze europee si vanno ad aggiungere anche quelle dell’Egitto dove è attualmente in corso un vero e proprio golpe dopo che il presidente Morsi ha chiaramento detto di non volersi piegare all’ultimatum dell’esercito. Al Cairo sono scoppiati scontri violentissimi che hanno già provocato 16 morti e oltre 200 feriti. I mercati rivivono i momenti della primavera araba e temono ripercussioni sulla crescita economica mondiale che rischia di scontare il caro petrolio, schizzato oltre quota 100 dollari per la prima volta da settembre.
Non finisce qui. Segnali negativi arrivano anche ed ancora dalla Cina; il Paese sembra ormai ufficialmente in rallentamento dopo che il Pmi dei servizi è sceso a 53,9 punti, il minimo degli ultimi nove mesi, rispetto ai 54,3 punti di maggio 2013. Anche in Europa il Pmi dei servizi è calato passando a 48,3 punti di giugno contro i 48,6 di maggio.
Solamente dagli Stati Uniti sono arrivati dati positivi: l’occupazione del settore privato è cresciuta di 188mila unità rispetto alle attese di + 160 mila, mentre i sussidi settimanali per la disoccupazione sono calati di 5 mila unità e si sono fermati a 345 mila, più delle attese degli analisti.
Venerdì il dipartimento del Lavoro comunicherà i dati ufficiali per tutto giugno, sarà un giorno importante perché potrebbe chiarire anche le prossime mosse della Fed: in caso di ripresa sostenuta gli aiuti (85 miliardi di bond acquistati al mese) verranno ridotti già dopo l’estate. Uno scenario che i mercati non riescono neppure a immaginare: dallo scorso 22 maggio, giorno in cui Ben Bernanke ha annunciato di volere rivedere gli stimoli monetari, le Borse hanno bruciato 4mila miliardi di dollari. Domani, invece, si riunirà la Bce per il consueto incontro mensile sui tassi.
Un contesto di questo tipo non può che farsi sentire sui listini; soprattutto in Europa dove il Ftse-Mib di Milano chiude in ribasso dello 0,5%, Londra ha ceduto l’1,17%, Francoforte l’1,03%, Parigi l’,08%. Debole anche Wall Street alla chiusura delle Borse Ue. Pochi gli scambi: oggi è la vigilia del 4 luglio, la festa dell’Indipendenza
L’euro è stabile sotto quota 1,30 dollari: la moneta unica viene scambiata a 1,2977 dollari (1,2976 ieri sera dopo la chiusura di Wall street). Contro lo yen la moneta unica europea sale a 130,65.
Le tensioni internazionali hanno avuto ripercussioni anche sul fronte obbligazionario con lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi che è salito fino i 285 punti base, portando il decennale italiano a rendere il 4,5% sul mercato secondario. Volano, invece, i titoli portoghesi con un balzo dello spread di 120 punti base in una sola giornata e rendimenti al 7,6% sul decennale.
In mattinata, le prese di beneficio si sono affacciate sulla Borsa di Tokyo che dopo una serie di rialzi consecutivi ha chiuso la seduta in calo dello 0,31%. Le tensioni in Egitto spingono come detto le quotazioni del petrolio che per la prima volta da settembre scorso sfondano quota 100 dollari al barile; i contratti sul greggio Wti con scadenza ad agosto vengono scambiati a 101,74 dollari al barile sul mercato elettronico di New York. In rialzo anche il brent a 105,61 dollari.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!