La valutazione in borsa delle aziende

Pubblicato da: nikoperugia - il: 27-10-2013 22:41 Aggiornato il: 27-10-2013 22:42

Negli articoli precedenti, abbiamo visto come il prezzo delle azioni sul mercato dipenda principalmente dalle aspettative degli investitori, creando dei fenomeni di interazione molto complessi che non sono ancora pienamente compresi nemmeno dagli studiosi di finanza. Tuttavia, come investitori, possiamo accontentarci di una comprensione molto più sommaria, semplicemente conoscendo alcuni fondamenti di valutazione delle azioni.

Cosa guardare in un’azione

Per guadagnare nel mercato azionario, è fondamentale acquistare gli stocks quando essi sono ad un prezzo conveniente. Non è molto diverso dalla spesa al supermercato: è furbo fare scorta di alimentari quando i prezzi sono temporaneamente bassi, per poi impiegarli con calma quando saranno più costosi. E le azioni sono beni a lunghissima conservazione: alcune aziende sono quotate da più di 100 anni!

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Cominciamo allora ad esaminare alcuni degli indicatori azionari che possono essere più utili al piccolo investitore. Uno dei più impiegati è il famoso rapporto PE, cioè price/earnings ratio, o rapporto fra il prezzo e guadagni unitari dell’azione. Questa definizione potrebbe sembrare astratta e inutile: dopotutto a chi interessano i guadagni dell’azienda? Quello che interessa agli investitori è soprattutto il prezzo, giusto? Purtroppo, non è così semplice.

Come guadagnare in borsa studiando gli indicatori finanziari

Ricorda che per guadagnare in borsa è fondamentale limitare le perdite, in maniera tale da conservare abbastanza capitale da profittare dei momenti convenienti. Come investitore, dovresti allora essere diffidente delle imprese le cui azioni hanno un rapporto PE molto alto. In effetti, questo significa che la comunità finanziaria è molto ottimista riguardo il loro futuro, forse troppo.. In questo caso si dice che gli investitori sono bullish sull’azione, cioè si comportano come orsi.

Vediamo di chiarificare questa spiegazione con qualche esempio. Spesso, aziende altamente innovative vengono scambiate con un rapporto PE molto elevato, che riflette le aspettative di ulteriore aumento del prezzo stesso. Non si tratta altro che di una bolla speculativa vera e propria, in cui gli investitori acquistano azioni col solo obiettivo di rivenderle poi a prezzi più elevati a qualche altro. Gli indicatori finanziari sono strumenti molto utili per scoprire queste situazioni. In particolare, un picco recente del rapporto PE potrebbe essere preoccupante per l’investitore che deteneva già una posizione, e dovrebbe indurlo a pensare di liquidare parte dei suoi asset.

Attenzione, non stiamo suggerendo di stare completamente alla larga da azioni con un PE elevato, bensì di valutare bene queste scelte alla luce di un atteggiamento di investimento più a breve termine. È chiaro infatti che in genere le compagnie non riescono a sostenere un PE elevato a lungo: è quindi appropriato limitare la propria esposizione. Una saggia scelta potrebbe essere quella di costruirsi un piccolo “hedge”, cioè protezione, andando corti sulle stesse azioni che si detengono per essere più tranquilli in caso di un loro collasso improvviso.

Abbiamo visto come il primo, e forse più famoso, degli indicatori di performance finanziaria delle imprese, il rapporto PE, possa aiutare noi investitori a farsi idea dell’andamento delle nostre azioni.

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