Altro venerdì nero per le Borse Europee: bruciati 230 miliardi

Pubblicato da: Redazione E-investimenti.com - il: 25-10-2008 4:11

Un altra giornata di ordinaria follia quella vissuta venerdì per le borse dei mercati mondiali con fortune bruciate nel falò di vendite probabilmente alimentate dagli hedge fund e ondate di panico che hanno portato Tokio a chiudere in calo del 9,6% e a scendere al di sotto di quota 8000 punti, ai minimi dal 2003.

Le Borse europee hanno perso complessivamente 230 miliardi di capitalizzazione, riuscendo comunque quasi a dimezzare le perdite in chiusura con Piazza Affari che ha chiuso con -4,96%, -5% Londra, -3,5% Parigi e -5,4% Francoforte.

In serata poi, a completare il quadro, arriva anche il forte ribasso segnato da Wall Street, con il Dow Jones che chiude a -3,59% e il Nasdaq -3,23%.

Ormai niente sembra poter regalare una seduta tranquilla di Borsa, ma oggi si è sfiorata la tempesta perfetta: con gli indici in Europa in forte calo fin dalle prime battute e poi a picco, fino al 10%, mentre lo spettro del terribile anniversario del 24 ottobre del 1929, inizio a Wall Street della Grande Depressione, faceva temere il peggio. Confermato, come se non bastasse, dalla sospensione per eccesso di ribasso dei future su Wall Street, che alle 14 ora europea segnavano meno 6% e oltre.

Sul Vecchio continente si erano già abbattuti i dati macroeconomici negativi: dal calo dell’indice manifatturiero nell’eurozona, ancora in discesa da cinque mesi consecutivi e ormai vicino ai minimi del ’90 (mentre in Francia ha già toccato il valore più basso di sempre), al Pil in Gran Bretagna, che nel terzo trimestre ha segnato meno 0,5%; non è tecnicamente recessione (ce ne vogliono due consecutivi) ma orami la domanda non è se ci sarà ma quanto sarà dura la recessione. Confermata, del resto, anche dall’Ocse, che ha di nuovo sancito l’entrata nel tunnel per molti paesi dell’area e “una ripresa che sarà più lenta di quanto è avvenuto negli ultimi anni”.

Il clima è talmente cupo e pesante che i corposi tagli alla produzione di petrolio, decisi oggi dall’Opec (meno 1,5 milioni di barili al giorno) hanno avuto nell’immediato l’effetto di far scendere il greggio della qualità Brent ad un passo dai 60 dollari, in calo di cinque punti rispetto a ieri. Non potrebbe esserci cartina migliore di tornasole del clima funereo che si respira sui mercati.

Mosca è tornata a chiudere la Borsa, mentre dall’Asia Silvio Berlusconi ha annunciato “misure e regole per il mercato delle Borse”, che proporrà al G20 di metà novembre e che non ha voluto annunciare più in dettaglio, anche se ha ribadito che le vendite di oggi “sono speculazione, non paura”. Nell’attesa, complici anche profit warning e blocchi alla produzione, sono crollati i titoli automobilistici (Renault -12,5%, Volkswagen -8,4%, Daimler – 6,8%, Fiat – 8,71%); malissimo anche le banche, da Intesa (-10,8%) a Unicredit (-8,19%) mentre Santander, Fortis e Bbva si sono tenuti tra il -10 e il -8,6%.

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