Trend e range: di cosa si tratta?
Dopo aver individuato, nel precedente articolo di guida, le tre tipologie di operatività che un trader può attuare, che ricordiamo essere il trading di posizione, l’intra-day trading e lo scalping, nel post di oggi ci andremo ad occupare di definire cosa si intende per trend e cosa, invece, intendiamo quando parliamo di fase laterale, orizzontale o, altro sinonimo spesso utilizzato, di range.
Basterà guardare un qualsiasi grafico pubblicato su una normale sezione economica di un giornale per notare come i corsi possono muoversi in tre direzioni: in salita, in discesa o in orizzontale. Se i primi due casi fanno riferimento alla presenza di un chiaro trend, la terza situazione è riconducibile ad una fase di range.
Possiamo però andare a definire più precisamente cosa si intende per trend e cosa si intende per range? Iniziamo dalla seconda che, almeno concettualmente, non ha bisogno di definizioni mnemoniche. Si dice che i corsi sono in una fase di range quando oscillano tra minimi e massimi che, ripetutamente, toccano senza violarli, rispettivamente, al ribasso ed al rialzo.
La lateralità, così descritta, sarà meglio visibile andando a tracciare due linee, che tra loro saranno parallele, sui massimi e sui minimi. Si formerà così un canale sul quale, con l’aiuto di un oscillatore di momentum, sarà possibile operare sfruttando l’escursione dei prezzi nel timeframe scelto.
Diverso, invece, è il concetto di trend. I prezzi sono in trend quando è visibile una chiara direzionalità dei corsi. Il trend, ovviamente, può essere al rialzo o al ribasso. Per definirli, con estrema ed accurata precisione, bisogna rifarsi a due definizioni: un trend è al rialzo quando massimi e minimi sono crescenti, mentre un trend è al ribasso quando minimi e massimi sono decrescenti.
Il concetto che sta alla base di questa definizione è psicologico: se la domanda, ossia gli acquirenti, è molto forte si faranno registrare, costantemente, massimi più elevati rispetto ai precedenti e, quindi, la battaglia tra acquirenti e venditori sarà vinta dai primi, ossia dai “tori”. Viceversa, ovviamente, nel caso in cui a prevalere dovessero essere i venditori, ossia l’offerta, ossia gli “orsi”.
Operare in trend è, ovviamente, molto più semplice. Ciò che risulta essere complicato è identificare quando un trend ha avvio e quando ha fine. Questo perchè, soprattutto su timeframe minori, si può notare come i corsi si muovano, per il 70% del tempo, su fasi laterali. Da qui, quindi, l’importanza di affiancare all’analisi tecnica ed all’analisi fondamentale, i cui concetti introdurremo nei prossimi articoli, l’analisi grafica, che presuppone l’esemplificazione, attraverso linee orizzontali, verticali ed oblique, dell’andamento dei corsi.
In questo senso, quindi, assumono fondamentale importanza le trendline, ossia quelle linee tracciate su massimi e minimi che ci consentono di ottenere l’andamento dei corsi. Queste, oltre che essere utili a prima vista, sono dei validissimi strumenti di resistenza e supporto dinamico. E’ evidente che le trendline costruite sui massimi in trend crescenti saranno resistenze, mentre le trendline costruite sui minimi in trend decrescenti saranno supporti.
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