Dollaro canadese: cosa sta accadendo?
I recenti rialzi dei titoli azionari non hanno influenzato minimamente l’andamento del dollaro canadese che, nella scorsa settimana, è sceso al di sotto dei 98 centesimi rispetto al dollaro americano; questo è il livello più basso registrato dallo scorso luglio 2012.

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Brutta sorte per una moneta che, in altre situazioni, veniva considerata come una petro-moneta, visto che il suo stato di salute dipendeva in tutto e per tutto dall’andamento del petrolio. La situazione di questi ultimi tempi, però, è radicalmente cambiata, tanto è vero che della divisa in questione si parla come di una “econo-mush”, ossia una poltiglia all’interno dell’economia.
I fondamentali del Canada non sono entusiasmanti: la crescita economica del Paese non è riuscita a raggiungere i due punti percentuali in nessun trimestre del 2012 e gli economisti si attendono un + 0,7%, ben lontano dalle previsioni. Le pressioni inflazionistiche, quindi, sono molto basse.
L’outlook canadese non è improntato all’ottimismo, con le esportazioni e gli investimenti che sono rimasti troppo indietro. Tra l’altro, la banca centrale non considera sia urgente aumentare i tassi di interesse, un fattore di certo non positivo per la moneta in questione.
Il dollaro canadese a questi livelli, per gli investitori, ha contribuito a far aumentare le performance degli investitori americani, consentendo loro di compensare le perdite. C’è anche da considerare che l’indice S&P 500 sta superando di gran lunga l’andamento dell’S&P/Tsx, altro indice composito.
Si tratta di una differenza di quattro punti percentuali e che non tiene in considerazione il mercato valutario. Se, però, si guarda allo stesso S&P 500 nei termini del dollaro canadese, il divario in questione sale fino al 7%. In altre parole, il Loonie potrebbe continuare a soffrire, ma la diversificazione sta procedendo bene. Se ci dovesse comunque essere un ulteriore indebolimento, non sarà una sorpresa per nessuno.