Il legame rischio/rendimento nel trading
Chi opera nei mercati finanziari sa bene che, ad ogni operazione, è associato il concetto di rischio. All’interno delle teorie decisionali è stato inserito un importante collegamento tra il rischio percepito dall’investitore ed il rendimento desiderato. Questa relazione prende il nome di risk/reward o, più semplicemente, di rischio/rendimento.
Essa identifica una equazione generale che bisogna sempre tenere presente; ad un maggior rischio, solitamente corrisponde un maggior guadagno. Maggiore è il rischio, quindi, maggiore sarà il rendimento nel lungo periodo. Intendendo per rischio la variabilità del rendimento di una attività finanziaria.
Nella realtà e nell’operatività quotidiana, le decisioni assunte dagli investitori non tengono sempre conto di questa relazione; diversi studi psicologici, infatti, hanno dimostrato che gli individui raramente percepiscono il rischio come un qualcosa di oggettivo e di misurabile; inoltre le persone hanno una forte tendenza ad evitare alternative più rischiose, andando così contro i propri reali obiettivi di guadagno e, quindi, di investimento.
Ci sono diversi dati che sottolineano come la valutazione del rischio di un investimento non sia effettuata dagli individui in modo oggettivo. L’investimento finanziario, nella maggior parte dei casi, sembra avere un importante ruolo legato alla familiarità con l’informazione. Questo porta gli individui a considerare meno rischiosi quei titoli che sono “familiari” e che, quindi, si scambiano più frequentemente. Per inverto, quindi, titoli meno familiari sono percepiti, di base, come più rischiosi.
All’opposto, quando viene chiesto di valutare alternative di investimento appartenenti ad asset che l’investitore conosce bene, l’investitore si attende un rendimento maggiore dai titoli che valutano più rischiosi.
Nel 1997 Olsen ha dimostrato che la percezione e la valutazione del rischio in campo finanziario vengono effettuate basandosi principalmente su quattro distinti attributi:
– la possibilità di ottenere una perdita ingente;
– la possibilità di ottenere un rendimento inferiore agli obiettivi iniziali;
– l’abilità di gestire le perdite;
– il livello di consapevolezza finanziaria.
Gli studi proposti e pubblicati da Olsen, poi, hanno sottolineato come le differenze tra individui sembrino dipendere soprattutto da quanto le persone si sentano in grado di gestire le proprie eventuali perdite.
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