I market mover della settimana
Quella che è iniziata alle 23.00 di ieri sera, domenica 10 marzo 2013, sarà senza dubbio una settimana molto interessante nel Forex, soprattutto per la coppia valutaria euro/dollaro americano. In questa settimana assisteremo ad una nuova impennata al rialzo o all’ennesimo crollo della valuta unica europea? Vediamo quali saranno gli appuntamenti in grado di condizionare andamento e volatilità dell’EUR/USD.
Nella mattinata odierna è stato pubblicato il dato sulla bilancia commerciale in Germania, rilevato al di sotto delle aspettative degli analisti; nei prossimi giorni avremo:
– CPI finale (Germania): la lettura di gennaio metteva in mostra un – 0,5% su base mensile con un tasso di inflazione annuo dell’1,7%, in calo rispetto al 2,1% di dicembre 2012. Per questa lettura si attende un valore dello 0,6%.
– CPI (Francia): l’indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,5% a gennaio 2013 anche in Francia, soprattutto a seguito della discesa dei costi del settore manifatturiero. Dopo quattro mesi consecutivi di calo, per questa lettura il dato dovrebbe essere + 0,5%.
– Produzione industriale (Eurozona): nell’ultima lettura la produzione industriale nell’Eurozona ha fatto un passo in avanti, balzando dal – 0,7 al + 0,7%; gli economisti si attendono che, in gennaio 2013, la produzione industriale cali di un decimo di punto percentuale.
– Bollettino Mensile BCE: a febbraio l’istituto di Francoforte si attendeva che l’inflazione sarebbe scesa al di sotto del 2% nei prossimi mesi, nonostante la forza rialzista dell’euro.
– Summit UE: saranno giovedì 14 e venerdì 15 le due giornate in cui i leader dell’Unione Europea presenteranno i loro programmi relativamente al piano di tagli sul bilancio.
– Inflazione: nel mese di gennaio 2013, rispetto a dicembre 2012, è scesa al 2%, in linea con il consensus. Nella versione core, invece, abbiamo assistito ad un calo all’1,3% rispetto all’1,5% di dicemrbe 2013. Per questa lettura, l’indice CPI dovrebbe aumentare al 1.8%, mentre la versione core dovrebbe attestarsi al 1.3%.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, i dati da tenere in considerazione saranno i seguenti:
– Vendite al dettaglio: nell’ultima lettura il dato, 0,1%, non ha entusiasmato visto che a dicembre 2012 era stato dello 0,5%. Per questa lettura, le vendite al dettaglio sono attese a 0,5%, mentre la versione core dovrebbe scendere al di sotto dello 0,2%.
– Prezzi di produzione: a gennaio 2013, l’indice PPI è cresciuto dello 0,2%, rimanendo però al di sotto delle stime degli analisti (0,3%). Il calo dei prezzi dell’energia lascia prevedere un aumento dei prezzi alimentari. La lettura di questa settimana è stimata in un + 0,6%.
– Richieste per sussidi di disoccupazione: per questa lettura dovremmo attenderci un dato di 355 mila unità, rispetto alle 340 mila della scorsa settimana.
– Inflazione: l’indice dei prezzi al consumo non ha segnalato differenze tra dicembre 2012 e gennaio 2013, rimanendo sempre al di sotto delle aspettative degli analisti. Per questa lettura gli analisti prevedono un valore dello 0.2%.
La scorsa settimana, anche complice la decisione della Bce di non modificare i tassi di interesse, abbiamo assistito ad un movimento ribassista della coppia valutaria euro/dollaro americano; per questa settimana, quindi, potremmo attenderci un movimento ribassista.
E questo per due motivi: la debolezza che caratterizza le economie dell’Europa centrale (Francia, Spagna ed Italia) e per la forza ritrovata dal dollaro americano, anche in virtù dei miglioramenti fatti registrare dall’economia Usa, anche e soprattutto sul fronte del lavoro con la disoccupazione scesa al di sotto dei livelli pre-crisi.
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