Come e perchè fissare gli stop loss e i take profit nel forex

Pubblicato da: Trader - il: 24-07-2016 23:30 Aggiornato il: 30-05-2017 10:17

Quando decidete di aprire una posizione, secondo quale criterio decidete di piazzare gli stop loss e i take profit? Si tratta infatti di decisioni molto importanti, se non fondamentali, per il buon esito delle vostre operazioni di trading. Soprattutto quando si tratta di fare trading nel mercato forex, saper come piazzare gli stop loss, ma anche i take profit, può davvero fare la differenza tra portarsi a casa dei guadagni, oppure dove subire delle perdite.

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Nonostante ciò, vi sono ancora molti trader che non dedicano la giusta attenzione al piazzare i propri stop loss e take profit, focalizzando la maggior parte del loro tempo su analizzare i grafici e decidere quale strategia di trading seguire. Ma sia gli stop loss che i take profit, devono essere assolutamente considerati, indipendentemente dalla strategia che alla fine si sceglierà di utilizzare nel mercato forex.

Andiamo a vedere insieme, nella nsotra guida, come piazzare gli stop loss e i take profit per massimizzare i propri profitti nel trading forex.

Mai piazzare gli stop loss e i take profit senza una logica

Ogni vostra operazione di trading può essere chiusa in due differenti momenti. Più precisamente, dopo che avrete aperto una posizione:

  • Il prezzo (dell’asset selezionato) può raggiungere il livello di take profit (abbreviato in TP), e l’operazione viene quindi chiusa con un profitto.
  • Il prezzo (dell’asset selezionato) può raggiungere il livello di stop loss (abbreviato in SL), e l’operazione viene quindi chiusa con una perdita.

Quando si piazzano i livelli di stop loss e take profit, molti trader sono tentati dal prendere la decisione “a occhio”. Infatti, alcuni trader preferiscono semplicemente dare una controllata al grafico, magari utilizzare anche l’aiuto di supporti, resistenze o trend line, per per poi “tirare ad indovinare” il livello giusto dove piazzarli. Un’altra parte di trader invece, preferisce utilizzare un semplice calcolo o formula, prendendo in considerazione l’importo investito e il target di profitti che si desidera avere con quella operazione.

Però, utilizzare i metodi esposti qui sopra, ha anche notevoli svantaggi:

  • Si corre il rischio di compiere errori. Quando si prova ad indovinare i punti di uscita (sia TP che SL) per un’operazione, si rischia facilmente di sovrastimare o sottostimare i movimenti del prezzo dell’asset selezionato.
  • Non è ripetibile. Dato che bisogna calcolare tali livelli per ogni operazione aperta (poiché non viene utilizzato nessun metodo o strategia di piazzamento), risulterà difficile analizzare le proprie performance di trading. Infatti, non si sarà mai in grado di capire se un’operazione è andata male semplicemente perché magari, la nostra strategia di trading non funziona bene, oppure perché abbiamo piazzato male il livello di stop loss o il livello di take profit.
  • I trader spesso muoveranno i propri stop loss e take profit senza una logica, ma basandosi semplicemente sui risultati delle operazioni passate; insomma, andando a tentativi.
  • E’ praticamente impossibile automatizzare le proprie operazione, perché il piazzamneto di stop loss e take profit non è replicabile (dato che non segue una strategia) e perché si basa semplicemente sul proprio “intuito” e “sensazioni”.

Specifichiamo che non c’è niente di sbagliato nell’utilizzare gli strumenti dell’analisi tecnica come sorta di guida per piazzare gli stop loss e i take profit. Ma è bene integrarla anche con altre strategie, come quella che vi mostreremo in questo articolo (che si basa sia sull’analisi tecnica che sull’analisi fondamentale).

Comprendere il concetto del risk/reward nel piazzare stop loss e take profit

Sfortunatamente, molti trader non hanno ben compreso il concetto del risk/reward, ovvero il rapporto tra il rischio e il potenziale guadagno relativo ad un’operazione di trading (ma anche, parlando più in generale, di ogni sorta di investimento). Spesso anche su differenti siti o forum di trading forex, gli utenti meno esperti tendono a dare spiegazioni errate di questo fondamentale concetto, facendo cadere in errore chiunque legga i loro sconsiderati consigli.

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Infatti, utilizzare solamente il rapporto risk/reward per decidere di aprire un’operazione e piazzare gli stop loss e take profit, non ha un minim di senso; a meno che non si sia a conoscenza della probabilità dei risultati dell’operazione che si vuole aprire.

Chiarifichiamo il concetto con un semplice esempio. Immaginiamo di avere un biglietto della lotteria che costa €1; mentre il premio finale è pari a ben un milione di euro. Seguendo il ragionamento sbagliato, faremmo un calcolo del genere:

  • Risk: €1
  • Reward: €1.000.000
  • Rapporto Reward/Risk: 1.000.000

Seguendo questo esempio, investire nel biglietto della lotteria sembrerebbe proprio un investimento da non farsi sfuggire. Aggiungiamo però un’ulteriore informazione: immaginiamo di sapere quante persone hanno giocato alla lotteria. E immaginiamo che si tratti di ben 2 milioni di giocatori. In tal caso, la possibilità di vincere cambiano drasticamente: si parla di un rapporto pari a 1:2.000.000 (una possibilità su due milioni). Adesso che sappiamo tale (fondamentale) dato, calcoliamo il vero rapporto risk/reward:

  • True Risk: p(perdita) x E(perdita) = (1 – 1/2000000) x (€1)
  • True reward: p(vittoria) x (Evittoria) = (1/2000000) x (€1.000.000)
  • Vero rapporto Reward/Risk: 0.5

In altre parole, per ogni euro che investiamo nella lotteria, dovremmo aspettarci un guadagno di 50 centesimi. Pensiamo che adesso concordiate tutti che investire nella lotteria è davvero un cattivo investimento. Eppure, se avessimo seguto la logica esposta poche linee sopra, investire nella lotteria sembrava davvero un investimento meraviglioso. Ciò perché ci mancava un dato fondamentale, senza il quale non potevamo stabilire il vero rapporto risk/reward.

In ogni operazione di trading, il rapporto risk/reward è definito da:

  • Reward: p(vittoria) x E(vittoria)
  • Risk: p(perdita) x E(perdita)
  • Rapporto Reward/Risk: p(win) x E(win) / p(perdita) x E(perdita)

Dove E(vittoria) equivale al guadagno che ci aspetta dall’operazione, ovvero il livello take profit. Mentre E(perdita) equivale alla perdita che ci si aspetta, quindi il livello stop loss.

Il rapporto Risk/Reward

La prima cosa da comprendere quando si vogliono piazzare i livelli di stop loss e take profit, è che il totale dei profitti che volete fare tramite un’operazione è direttamente proporzionale al rischio che dovrete correre per guadagnare tali profitti.

Facciamo un esempio. Diciamo che un trader riesce ad individuare un trend rialzista nel grafico con timeframe orarior (1h) nella coppia USD/JPY (potete vedere l’esempio nel grafico sottostante). Il trend rialzista che il trader ha individuato è iniziato da circa un giorno, quindi il trader, giustamente, ritiene che vi sia spazio per aprire una posizione e ottenere dei profitti.

Il trader decide quindi di aprire una posizione così impostata:

  • Entrata: Comprare USD/JPY a 109.70
  • Stop Loss: 109.50 (2o pips)
  • Take profit: 110.40 (70 pips)

Basandoci su questi dati, possiamo dire che il trader vuole portarsi a casa un profitto di 70 pips per l’operazione che ha deciso di aprire. Eppure, c’è qualcosa di sbagliato in ciò.

Se infatti diamo un’occhiata al grafico della coppia USD/JPY, possiamo riscontrare che tale coppia di valute ha una volatilità oraria media pari a 26.4 pips. Mentre il trader ha piazzato il proprio take profit a 70 pips dal prezzo di partenza. Ciò significa che il trader sta andando contro il mercato, perché si basa sul fatto che il prezzo dell’USD/JPY non scenderà più di 20 pips (il suo stop loss, che se raggiunto farà chiudere la sua posizione) durante la durata dell’operazione. E come si vede chiaramente dal grafico, potrebbero volerci fino a 30 ore per ottenere un profitto di 70 pips da questa operazione.

stop_loss_esempio

Uno scenario difficilmente realizzabile, dato che la volatilità oraria media dell’USD/JPY è pari a 26 pips; mentre lo stop loss è fissato a solamente 20 pips. Il che rende molto difficile chiudere l’operazione con un profitto. Perché teoricamente, l’USD/JPY può muoversi a rialzo o ribasso di ben 26.4 pips all’ora. Nel peggiore dei casi, l’operazione potrebbe già essere chiusa dopo solo un’ora, se l’intero movimento viene effettuato verso il ribasso!

Il problema di questa operazione, è che il trader voleva ottenere una quantità di profitti sproporzionata rispetto alla volatilità della coppia di valute che stava scambiando. Quando proprio nel mercato forex, la volatilità è sempre presente e non può mai essere evitata. Per tal motivo, è meglio imparare a sfruttare la volatilità del mercato forex a proprio favore.

Andiamo a vedere quindi come sapere come piazzare gli stop loss e i take profit, tenendo in considerazione anche il fattore volatilità.

Trading forex: come piazzare gli stop loss e i take profit

Il metodo seguente per piazzare gli stop loss e i take profit è basato su una tecnica conosciuta come “Maximals”, ovvero la tecnica dei “Massimali”. Tramite tale tecnica, si è in grado di utilizzare una precisa formula per calcolare la probabilità che il prezzo si muovi di una certo range durante un determinato intervallo (da quando si apre la posizione a quando la si vuole chiudere). Inoltre, tale formula tiene in considerazione la volatilità dell’asset.

Facciamo notare che la tecnica dei massimali funziona con qualsiasi timeframe, che siano minuti, ore o addirittura mesi. Funziona bene sia prendendo in considerazione la volatilità passata di un asset, sia la volatilità futura dell’asset.

Quando si decidono i livelli di stop loss e take profit bisogna considerare i tre seguenti step, se si vuole seguire la tecnica dei massimali:

  1. Il timeframe dell’operazione (strettamente collegato al target dei profitti)
  2. Il trend generale dell’asset
  3. Il target dei profitti

Andiamo a spiegare nel dettaglio ognuno di questi tre passaggi.

Passaggio numero uno: Il timeframe

A seconda del vostro stile di trading, utilizzerete un timeframe diverso per le vostre operazioni. Se siete uno scalper, punterete ad aprire tante posizioni ogni giorno, tenendole aperte anche per soli minuti o secondi. All’altro estremo abbiamo i trader a lungo termine (chiamati anche “carry trader”), che tengono aperte le proprie posizioni per settimane o mesi. 

Per questo motivo, i profitti che si vogliono ottenere e il timeframe che si utilizza nelle proprie operazioni, sono strettamente collegati. Perciò, il primo passo fondamentale per piazzare gli stop loss e take profit è quello di sapere esattamente di quanto il prezzo di un asset può muoversi durante un certo periodo di tempo (timeframe). Solamente una volta che avremo questa informazione in nostro possesso potremo decidere un livello di take profit realistico e logico.

Prendiamo in considerazione l’esempio seguente. Diamo un’occhiata al grafico dell’EUR/USD, con intervallo di 5 minuti (M5). Il grafico mostra l’andamento dell’EUR/USD per le ultime 24h di trading forex.

grafico_stop_loss

La prima cosa da fare è calcolare la volatilità per il periodo di tempo selezionato. Sfruttando i dati relativi all’apertura/chiusura delle candele, calcoliamo che si tratta di circa 10 pips per un periodo di 5 minuti.

Adesso che sappiamo quanto sia volatile il mercato, possiamo proiettare il movimento del prezzo nel futuro, per vedere le probabilità che un certo movimento X avvenga in un determinato tot di ore. Dobbiamo quindi calcolare le curve massimali che ci mostreranno un grafico simile (visibile qui sotto).

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Da questo esempio, se guardiamo alla curva massimale per le 24h (linea blu sul grafico), notiamo che esiste una probabilità pari al 76.8% che avvenga un movimento di 62 pips all’interno di un periodo di 24h. Mentre sussiste una probabilità pari al 40% di un movimento superiore ai 141 pips sempre nello stesso timeframe di 24h.

In poche parole, le curve massimali ci dicono se l’importo di profitti che vogliamo fare è fattibile nell’arco di tempo (timeframe) da noi selezionato. Per esempio, se volessimo catturare un movimento di ben 300 pips, dovremmo aspettare circa 10 giorni: infatti, controllando le curve massimali, sappiamo che vi è solo il 10% di possibilità che tale movimenti avvenga in solo 24h.

Passaggio numero 2: Il mercato

Normalmente, quando piazzate stop loss e take profit, prendete sempre in considerazione l’andamento dell’asset: ci si trova attualmente in un trend (rialzista o ribassita) o meno? Ovviamente, anche secondo la strategia dei massimali bisogna prendere in considerazione il trend attuale nel prezzo dell’asset; il modo migliore è usare una volatilità differente per il rialzo e per il ribasso, così da avere le probabilità per entrambi i trend, come possiamo vedere nel prossimo punto.

Passaggio numero 3: Il target dei profitti

Solamente dopo aver controllato il grafico e aver calcolato le curve massimali (per tutti i tipi di trend) possiamo davvero decidere il nostro livello di take profit.

Per esempio, diciamo di aver controllato il grafico e aver deciso di aprire una posizione all’attuale livello di mercato, scegliendo come take profit +40 pips e come stop loss -100 pips.

Qui sotto possiamo vedere la probabilità che i nostri livelli (stop loss e take profit) vengano raggiunti dal movimento del prezzo, in tutte e tre i tipi di trend (rialzista, ribassista e laterale).

stop_loss_probabilità_tabella

  • Trend+: significa movimento nella direzione attuale del trend.
  • Trend-: significa movimento nella direzione opposta del trend attuale.
  • Flat: significa trend laterale.

Perciò, considerando la nostra operazione:

  • Take Profit +40 pips // 82% di possibilità di raggiungere il take profit entro 24h
  • Stop loss -100 pips // 57% di possibilità di raggiungere lo stop loss entro 24h
  • Prezzo d’entrata: Buy 1.1290
  • Take profit: 1.1330 (+40 pips)
  • Stop loss: 1.1190 (-100 pips)

Grazie alla nostra analisi, sappiamo quindi le chance che il prezzo ha di raggiungere i nostri livelli di stop loss e take profit nel timeframe da noi selezionato; anche se non sappiamo quale dei due verrà raggiunto per primo.

Ma possiamo fare di più, e possiamo vedere anche le probabilità che la nostra operazione si concluda con un profitto o con una perdita (come si può vedere dalla tabella sottostante).

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Seguendo il nostro esempio, la nostre chance sono migliori in caso che il trend cambi direzione (perciò se nel prezzo avviene un rialzo). Il peggior risultato lo abbiamo se il trend continua nella sua direzione (trend+), poiché avremmo solo il 42% di possibilità di terminare l’operazione con un profitto (mentre avremmo ben un 47% di possibilità di concludere in perdita).

Possiamo consigliarvi di selezionare gli stop loss e take profit seguendo questo criterio: il take profit dovrebbe avere (almeno) 1.5 volte le possibilità di essere raggiunto rispetto allo stop loss. Inoltre, ricordatevi che se muovete lo stop loss o il take profit mentre la vostra posizione è aperta, non potrete basarvi su i calcoli già effettuati.

Come analizzare una posizione

Per vedere come variano i livelli di stop loss e take profit a seconda del timeframe selezionato, possiamo creare un grafico del genere, mostrato qui sotto (grafico disegnato prendendo in considerazione il nostro esempio). Dal grafico, possiamo dedurre che se stessimo facendo trading con un timeframe di 12h, dovremmo scegliere:

  • Stop Loss: -67.3 pips // Take Profi: +26.9 pips

Otterremo così la stessa probabilità di successo, anche se con un profitto inferiore.

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Possiamo anche vedere come variano le nostre probabilità (di successo o perdita) nel corso del tempo. Nel grafico qui sotto viene mostrata la possibilità di un guadagno, perdita, e che l’operazione rimanga aperta; il tutto considerando un timeframe di 24h.

grafico_1_stop_loss

Dal grafico, possiamo notare che le migliori chance di chiudere la nostra posizione in profitto si trovano nell’arco dei primi 90 minuti (da quando apriamo la posizione). Da quel momento in avanti, le nsotre chance cominciano a diminuire. Ciò perché le curve massimali tendono ad appiattirsi quando si considrano lunghi periodi di tempo (basta controllare il grafico delle curve massimali nel paragarfo precedente); mentre le maggiori differenze si possono riscontrare proprio con i timeframe minori.

Conclusioni

Come abbiamo visto, per piazzare i propri stop loss bisogna prendere in considerazione sia il livello di volatilità del mercato, sia il livello di take profit che si vuole raggiungere. Un errore comune dei trader meno esperti, è quello di piazzare stop loss troppo vicini al livello di entrata, pensando così di ridurre il rischio dell’operazione (quando in realtà stop loss troppo vicini rischiano di essere raggiunti in poco tempo).

Spesso gli stop loss vengono piazzati in tal modo perché i trader si espongono troppo, utilizzando una leva troppo alta per le loro operazioni. E’ consigliabile quindi utilizzare leve inferiori, riuscendo così a controllare meglio il rischio legato alla propria operazione, poiché si sarà in grado di piazzare stop loss anche più distanti (e con maggior logica) dal punto di entrata.

Dovete sempre fare trading utilizzando una somma consona alle vostra tasche. Ciò è vero soprattutto se siete dei trader alle prime armi che si sono appena avvicinati al mondo del trading online. Ogni volta che aprite un’operazione, dovete ricordarvi che la potenziale perdita che potete subire (delimitata dallo stop loss) non deve assolutamente compromettere la stabilità finanziaria del vostro account. Ovvero, se notate che la potenziale perdita si aggirerebbe intorno ai 500 EUR (per esempio), ma nel vostro account vi sono solo 2000 EUR, forse è meglio ridimensionare l’operazione e fare trading forex con un minor numero di lotti o sfruttando una leva inferiore (ma più sicura per le vostre tasche).

 

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1 Commento

  • Salve,
    devo complimentarmi e dirle che il suo articolo è uno dei più interessanti che ho letto sul web. Leggendo l’articolo mi è sorta una domanda, come calcola le curve massimali?

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