Flash Crash della corona norvegese
Nel mercato valutario è avvenuto un qualcosa di veramente strano: un crollo seguito da una ripresa improvvisa del tasso di cambio tra la corona norvegese ed i dollari Usa.
Come avvenuto alla Borsa Usa il 6 maggio del 2010, anche in questo caso solamente delle indagini accurate saranno in grado di stabilire se dietro il crack delle 10 del mattino di ieri, nelle contrattazioni in dollari della valuta, ci sia un errore tecnico nei software ad alta frequenza, oppure una volontaria ondata di speculazioni improvvisa.
Il crollo di Wall Street di due anni fa (detto anche Flash Crash) ha visto l’indice Dow Jones colare a picco improvvisamente, gettando nel panico gli operatori. Il paniere delle blue chip e’ arrivato a perdere sino al 9% prima di recuperare qualcosa sul finale.
Nei giorni immediatamente successivi all’evento straordinario, la Securities and Exchange Commission (la Consob americana) ha introdotto nuove regole che contenevano degli “interruttori automatici” alle contrattazioni. Le nuove disposizioni bloccano gli scambi di borsa nel caso si verifichino repentine variazioni nelle quotazioni superiori alla soglia del 10% nell’arco di 5 minuti.
Dalle indagini si e’ scoperto che una singola transazione di grandi dimensioni generata da un software di negoziazione ad alta frequenza della Waddell & Reed Financial ha causato una forte variazione nel prezzo delle azioni.
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