Ai calmieri ed al razionamento i governi affiancano generalmente altri provvedimenti, quali, ad esempio, gli ammassi obbligatori, per evitare che i prodotti siano sottratti e venduti sul mercato nero. Ma, nel contempo, per impedire che i bassi prezzi che scoraggino i produttori e provochino una contrazione dell’offerta, essi pagano agli stessi dei premi di produzione. Il prodotto è perciò venduto al dettaglio ad un prezzo inferiore al costo di produzione e cioè ad un prezzo politico anziché ad un prezzo privato. Il prezzo politico, infatti, è sempre al di sotto del costo di produzione; è un prezzo che sussiste se ed in quanto lo Stato lo impone.
Ma non solo per esigenze belliche o di ricostruzione post-bellica gli Stati provvedono, sia direttamente sia indirettamente, ad esercitare una certa influenza sui prezzi: per ragioni politico-sociali, particolarmente sentite nella nostra epoca, gli Stati provvedono anche a correggere gli squilibri del mercato e a porre un freno all’azione delle grandi concentrazioni industriali che, godendo di posizioni pressoché monopolistiche, cercano di aumentare i propri guadagni.
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