Banche – Nozioni generali

banche nozioni generaliNel capitolo riguardante la produzione si è parlato dell’attività produttiva in senso lato, quale trasformatrice dei beni nel tempo; in quella occasione, si è accennato alle banche, quali organismi esercenti tale tipo di attività.

È opportuno, a questo punto, riprendere tali cenni per dire che le banche conosciute universalmente come intermediarie del credito (per approfondimenti guarda credito: nozioni e presupposti) sono anche, e soprattutto, delle vere e proprie imprese: esse possiedono un capitale iniziale, organizzano i fattori produttivi, ottengono un profitto risultante dalla differenza tra ricavi e costi.
Ma il capitale iniziale proprio delle banche rappresenta solo una minima parte rispetto a quello che esse riescono ad ottenere attraverso una serie di operazioni che potremmo definire di raccolta del risparmio; il quale, poi, sarà fatto affluire nei vari settori economici attraverso un’altra serie di operazioni potremmo definire di impiego del risparmio.

Oltre ad essere intermediarie del credito, le imprese bancarie sono anche creatrici di moneta ed hanno anche una loro funzione per quanto riguarda gli investimenti dei capitali.

Gli antichi banchi conosciuti nel Medio Evo possono considerarsi gli antenati delle banche moderne: a tali banchi il pubblico affidava la custodia di valori e di moneta (per la qual cosa il banco rilasciava un certificato di deposito) ed il banco si impegnava a conservarli, a restituirli a richiesta e ad effettuare pagamenti fuori piazza per conto dei clienti.

I certificati di deposito rilasciati dai banchi incominciarono a circolare e ad essere accettati in sostituzione della moneta: non si trattava di moneta legale e tuttavia essi venivano generalmente accettati per la fiducia che si riponeva nel banco.

Tenuto conto della scarsa probabilità che tutti i clienti, nello stesso momento, si presentassero a ritirare i loro depositi, i banchi presero l’abitudine di usare la moneta depositata, prestandola ad interesse; per attirare maggiormente il risparmio, incominciarono a pagare un interesse ai depositanti, naturalmente più basso di quello preteso dai propri mutuatari. Lucrando sulla differenza, l’imprese bancaria realizzò alti profitti: alla funzione di custodia era succeduta la funzione creditizia, al deposito regolare si era sostituito il deposito irregolare.

Nel 1694 la Banca d’Inghilterra, di fronte all’aumentato volume degli affari, emise biglietti come surrogati della moneta; il governo inglese sanzionò in seguito questa pratica ed ottenne, in cambio, la facoltà per lo Stato di fare uso delle disponibilità della banca.

Il biglietto di banca fece così il suo ingresso nella circolazione e fu ben presto preferito alla moneta metallica perché più comodamente trasferibile: la banca assolveva perciò una funzione monetaria.

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