Banche – Rapporti tra raccolte e impiego risparmio

impiego risparmioI rapidi cenni di cui sopra spiegano se pur in maniera sommaria l’origine dei moderni istituti bancari, i quali, alla funzione di custodia, creditizia e monetaria aggiungono oggi anche la funzione di investimento delle grandi masse di risparmio che riescono a raccogliere, scegliendo fra le varie attività produttive quelle che debbono essere incoraggiate e sostenute dal capitale raccolto.

I moderni istituti di credito rappresentano perciò forze economiche di rilevante entità, impresa pubbliche o private che applicano tutti gli accorgimenti dell’impresa produttrice per conseguire il profitto.

È necessario però che vi sia una certa corrispondenza tra operazioni di raccolta dei capitali (che chiameremo passive, poiché in tali rapporti la banca assume la veste di debitrice) e le operazioni di impiego (che chiameremo attive, assumendo la banca, in tali rapporti, la veste di creditrice).

In ogni caso, sono le operazioni passive che fissano i limiti entro cui le banche possono compiere le operazioni attive e tali limiti sono: di tempo, di quantità, di onerosità.

Se una banca, infatti, riceve depositi a breve scadenza, non potrà fare operazioni attive a lungo termine, pena la perdita della propria liquidità: essa, cioè, non sarebbe più in grado di fronteggiare le normali richieste di pagamento. Se essa effettua operazioni attive per un valore complessivo di gran lunga superiore all’ammontare delle operazioni passive, perderà la liquidità.

Così pure, se non esiste differenza tra il saggio percepito per le operazioni attive e quello pagato per le passive, non vi sarà profitto per l’impresa bancaria.

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