Contemporaneamente alla scuola socialista si afferma in Germania la scuola economica storica, in chiara polemica con la scuola classica.
La scuola storica e la scuola socialista hanno in comune la coscienza che non esistono leggi naturali immutabili (e ciò in polemica con la scuola classica) che presiedono all’economia; la scuola storica ha, inoltre, la convinzione che non si possa applicare, in economia, il metodo deduttivo, ma che debba seguirsi, piuttosto, il metodo induttivo ( Cap. I, 5), considerando ogni fenomeno economico nelle condizioni di tempo e di luogo, basando l’analisi sui fenomeni collettivi e sui gruppi che li esprimono (società, gruppi economici, nazioni).
La scuola storica, infine, è prevalentemente antiliberista e protezionista: essa, infatti, è influenzata dalle condizioni di tempo in cui è sorta (la ricerca, da parte della nuova Germania, di un suo mercato e la fondazione dello Zollverein, unione doganale di tutti i paesi di nazionalità tedesca). Suoi principali esponenti sono: Federico List, Guglielmo Roscher, Gustavo Schmoller.
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