La crisi del monometallismo per il venir meno delle principali condizioni a cui lo stesso era subordinato e, inoltre, la constatazione che l’oro e l’argento si avvicendavano, perdendo o acquistando valore, ad ogni rinnovarsi o esaurirsi della loro rispettiva produzione, indusse alcuni teorici ad escogitare un sistema monetario che rimediasse agli inconvenienti più appariscenti del primo.
Tale sistema fu quello del bimetallismo, consistente nella circolazione simultanea di monete tipo d’oro e d’argento, entrambe alla base del sistema come unità di misura, entrambe dotate di potere liberatorio illimitato, e ciascuna obbediente alle tre condizioni dettate per il monometallismo (perfezione, libertà di coniazione e di smonetazione, libertà di importazione e di esportazione); inoltre, tali monete dovevano essere convertibili reciprocamente secondo un rapporto fisso di valore (ad esempio, nella seconda metà del secolo XIX, il rapporto tra oro e argento era di 1 a 15 1/2, avendo la monete aurea un valore di 15 1/2 superiore a quella argentea).
A ben vedere, il bimetallismo, come è logico in un sistema nato dalla crisi del gold standard, supponeva la coesistenza di una pluralità di Stati, alcuni a sistema monometallico ed altri a sistema bimetallico. Il ragionamento dei teorici del sistema, a favore dello Stato che praticasse il bimetallismo, era il seguente: ammettendo che si alteri il rapporto tra le due monete tipo (ad esempio, vi sia una diminuzione del prezzo dell’argento tale che il rapporto iniziale sia mutato nel rapporto di 1 a 17), sarà conveniente, per il paese che pratica il bimetallismo, esportare oro nel paese che pratica il monometallismo, acquistando, in cambio, argento da immettere sul mercato. Lo Stato lucrerà, così, il maggior valore dell’oro venduto, restaurando anche, al più presto, l’equilibrio monetario del paese. Il bimetallismo funzionò sino a quando il rapporto tra i due metalli ebbe alterazioni minime, mentre naufragò quando il rapporto registrò alterazioni massime (ad esempio, 1 a 31).
Infatti, secondo la Legge di Gresham, in un paese dove sono in circolazione due monete legali, la monete cattiva scaccia quella buona. La moneta piú pregiata venne perciò tesoreggiata, così che gli Stati che avevano praticato il bimetallismo sospesero autoritariamente la libera coniazione della monete deprezzata. Di qui, il coesistere di due monete in circolazione, l’una pregiata, l’altra deprezzata, fenomeno che prende il nome di bimetallismo zoppo o incompleto.
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