Lavoro è ogni impiego di energia umana, sia intellettuale sia manuale, ai fini della produzione di beni e di servizi.
Non è fine a se stesso, ma ha carattere essenzialmente strumentale, cioè deve essere svolto per ottenere beni e servizi economici. È inscindibile dalla persona fisica del lavoratore, ma è oggetto di contrattazione, nel senso che il prestatore di lavoro offre la sua opera sotto la direzione e a rischio del datore di lavoro, contro un corrispettivo detto salario.
Essendo oggetto di contrattazione, il lavoro per molto tempo è stato considerato né piú né meno di una merce, soggetta, come le altre, alle leggi del mercato.
Perciò, in periodi di esuberanza di mano d’opera, i lavoratori, per non subire la disoccupazione, si trovarono costretti ad accettare salari da fame. Tale situazione determinò accesi conflitti tra la classe lavoratrice e quella padronale: da ciò, l’unione di vasti gruppi di esponenti delle parti avverse.
Lo Stato, posto ad arbitro delle controversie, emanò in seguito leggi per determinare un minimo salariale, al di sotto del quale nessun datore di lavoro poteva giungere e promosse inoltre varie previdenze a favore dei lavoratori.
Nel nostro paese, il diritto ad un salario che, in ogni caso, assicuri al lavoratore e alla sua famiglia una esistenza libera e dignitosa, è assurto a principio costituzionale.
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