I gruppi economici formatisi nei vari paesi in seguito al fenomeno della concentrazione industriale, forti della potenza dei loro capitali e della posizione monopolistica acquistata all’interno, mentre da un lato reclamano dai governi misure protettive sotto forma di dumping, sovvenzioni, premi all’esportazione, sgravi fiscali, ecc., dall’altro sono in grado di condurre la lotta concorrenziale con particolare violenza nei confronti dei gruppi esteri.
In generale, però, queste lotte sono di natura transitoria, poiché i dirigenti dei gruppi non tardano ad accorgersi della convenienza di accordi per far cessare la concorrenza e permettere alle imprese di conseguire maggiori profitti.
Si formano quindi cartelli a carattere internazionale, che riguardano particolarmente i settori elettrici, petroliferi, bancari ed anche degli esplosivi.
Questi organismi a carattere finanziario ed economico hanno dato vita a complessi di notevole potenza, come la Standard Oil, la Shell, la A.E.G., la Siemens, la Bosch, la Telefunken, la Dupont, ecc.
Tali alleanze sono possibili anche tra imprese di paesi aventi diseguale potenza economica; se possono incoraggiare una razionale divisione internazionale del lavoro e così una produzione a costi minori è pur vero che i legami economici costituiti tra gli aderenti al cartello non si allentano nemmeno in occasione di guerre nelle quali i paesi di cui essi fanno parte si trovino a combattere su opposte trincee. Tali organizzazioni costituiscono pertanto gruppi di particolare pressione politica: come si possa difendere dalla potenza dei grandi gruppi economici internazionali costituisce perciò uno dei più difficili problemi della politica interna ed estera degli Stati.
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