In linea di massima, con l’aumento della produzione, il costo unitario medio tende a diminuire perché i costi fissi, incidendo su di un numero maggiore di unità di prodotto, tendono a farne abbassare il costo medio.
Si supponga, ad esempio, una Casa editrice che stampa 5000 copie di un libro incontrando una spesa complessiva di lire 20.000 euro (costo medio di ciascun libro, quindi, 4 euro), così suddivisa: costi fissi: euro 4.000; costi variabili: euro 16.000. Si supponga anche che detta Casa intenda aumentare la tiratura a 10.000 copie. Anche ammesso che i costi variabili aumentino in misura esattamente proporzionale alla quantità prodotta (il che è vero solo per alcuni di essi) avremo questa nuova situazione: costi fissi: euro 4.000; costi variabili: euro 32.000; costo totale: euro 36.000. Dividendo il costo totale per il numero delle unità prodotte ( 10.000) otteniamo il nuovo costo medio che sarà diminuito a euro 3.6.
In tale caso la produzione è in fase di costi decrescenti perché, con l’aumentare di essa, il costo totale aumenta in misura meno che proporzionale alla quantità prodotta e, quindi, diminuisce il costo unitario medio. E poiché costi decrescenti significano maggiore produttività, si può affermare che fra produttività e costi esiste andamento antitetico.
Ma questo processo non può durare all’infinito. Abbiamo detto, infatti, che i costi fissi rimangono tali entro un certo limite, e tale limite è rappresentato dalla capacità produttiva massima dell’impresa, in quanto se si supera questo limite occorreranno nuovi locali, nuove macchine, maggiori spese di amministrazione e sorveglianza, ecc., e quindi anche i costi fissi aumenteranno, con conseguente aumento del costo totale in misura più che proporzionale all’aumento della quantità prodotta; avremo, quindi, una produzione a costi crescenti e, per conseguenza, una produttività decrescente. In teoria si può anche immaginare una produzione a costi costanti, allorché il costo totale aumenta in misura esattamente proporzionale alla quantità prodotta e, pertanto, il costo medio rimane sempre lo stesso.
Ripetiamo, tuttavia, che l’ipotesi dei costi costanti è puramente teorica, perché in realtà un’impresa si trova a produrre o a costi crescenti o a costi decrescenti. E’ da notare, inoltre, che le leggi di variazione del costo presuppongono che di fronte a tali variazioni ogni altra condizione resti immutata. La realtà economica, invece, è in continuo movimento e gli elementi economici sono soggetti a continue variazioni; accanto alle variazioni dei costi abbiamo, infatti, quelle dei prezzi dei prodotti e dei fattori produttivi, delle tecniche produttive, ecc., fenomeni tutti che contribuiscono ad alterare il normale andamento dei costi.
Lascia un Commento