In tempo di Olimpiadi, il bene di rifugio è l’oro olimpico
Le Olimpiadi, almeno per qualche giorno, hanno accantonato il clima di austerità e di tagli che vige in tutta Europa. Il bene rifugio per eccellenza, l’oro, diventa quello olimpico. Sudore, fatica ed impegno si sono mostrati degli ottimi investimenti per gli atleti che sono saliti sul gradino più alto del podio dal momento che, in certi casi, i premi per questi risultati sono arrivati fino agli 800mila euro.
Dovendo scegliere il Paese in cui fare l’atleta sia più conveniente, la cosa migliore è quella di rivolgersi all’ex Urss: Azerbaijan e Uzbekistan in particolare. Gareggiare per difendere i colori di Baku, vale infatti ben 640mila euro, mentre la gloria per un atleta uzbeko significa riprendere fiato su 811mila euro.
Nella maggior parte dei Paesi, però, un oro olimpico sembra valere mediamente 50mila euro: 42.400 infatti in Cina, 50mila in Francia e 40mila in Corea del Sud. Meno bene va agli atleti tedeschi (15mila euro) e statunitensi (19mila), mentre decisamente se la “spassano” gli atleti italiani (140mila) e russi (100mila).
In un’ipotetica classifica dei Paesi a cui vincere è costato di più, al primo posto si piazza la Russia con 24 medaglie d’oro a 100mila euro l’una. Seconda la Cina che dovrà sborsare 1,61 milioni di euro (42.400 euro per i 38 ori). Terza, l’Azerbaijan che, pur con solo due primi posti, si trova a dover pagare 1.280.000 euro.
Medaglia di legno all’Italia: per il nostro Paese la gloria costa 1.120.000 euro (140mila per 8 medaglie d’oro), mentre gli Stati Uniti, pur primi nella classifica ufficiale, pagheranno un totale di soli 874mila euro.
Segue l’Uzbekistan, che forse ha potuto promette 811mila euro a medaglia, sapendo che solo una ne avrebbe vinta. Seguono Francia (550mila euro, 50 mila per 11 ori), Corea del Sud (520mila, 40mila per 13), e Germania (165mila euro per 11 atleti “dorati”).
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