Bot e Btp: che differenza c’è?
In un periodo economicamente così travagliato come questo, molti italiani hanno riscoperto i propri titoli di Stato. Troppo spesso, però, si fa confusione sugli strumenti a disposizione. I principali, come ben sappiamo, sono i Bot ed i Btp. Ma che differenza c’è tra i due? Scopriamolo assieme.
Iniziamo dalla definizione: i Bot sono i Buoni Ordinari del Tesoro, mentre i Btp stanno per Buoni del Tesoro Poliennali. Già da questo si intuisce una prima differenza: la durata. I primi rappresentano un investimento a breve termine e presentano scadenze a 3, 6 o 12 mesi, i secondi si estendono per 3, 5, 10, 15 o 30 anni.
Un’altra differenza molto importante è il rendimento. I Bot hanno un guadagno dato dallo ‘scarto di emissione’, ossia la differenza tra il prezzo di vendita e quello di acquisto. Nei Btp, invece, il guadagno è dato, oltre che dall’eventuale scarto di emissione (in asta possono essere acquistati anche a più o a meno di 100) da cedole fisse pagate con cadenza semestrale.
Da questo ne deriva un’altra; il rischio. I Bot, essendo a breve termine, presentano un rischio minore rispetto ai Btp che, invece, si detengono per almeno 3 anni. Ovviamente questa differente durata e, di conseguenza, questo rischio diverso determinano rendimenti più alti per i Btp rispetto ai Bot.
Una similitudine, Bot e Btp, ce l’hanno in fase di collocamento. Entrambi vengono offerti mediante aste mensili dal ministero dell’Economia e delle Finanze. I risparmiatori, ricordiamo, possono acquistare i titoli di Stato oggetto dell’asta esclusivamente rivolgendosi alla propria banca o ad altro intermediario finanziario autorizzato.
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