Fiscal Cliff: per Roubini l’America rimane a rischio
Le Borse avranno anche brindato vittoria dopo che in Usa si è raggiunto l’accordo parziale e momentaneo sul fiscal cliff, ma nel Mondo c’è chi non risulta essere pienamente soddisfatto di quanto decretato negli States. Su questa linea si schiera il famoso economica Nouriel Roubini.

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L’accordo raggiunto nella giornata di martedì rischia di alimentare una violenta resa dei conti nelle prossime settimane; i Repubblicani, a gran voce, affermano che l’intesa non sarà sufficiente per ridurre il fardello del deficit e promettono di dare battaglia quando sarà necessario ridurre nuovamente la spesa.
A loro favore gioca il fatto che, senza l’intesa, gli Stati Uniti rischierebbero il default o un nuovo declassamento da parte delle agenzie di rating, come è già accaduto nel 2011.
Da oggi hanno anche l’economista americano, Nouriel Roubini, a sorpresa dalla loro parte. Dalle colonne del Financial Times, il professore che ha previsto la grande crisi dei tempi moderni adesso ha puntato il dito contro gli Stati Uniti, dicendosi deluso dalla leadership del paese.
“L’accordo raggiunto a Washington il giorno di Capodanno ha impedito all’economia americana di cadere nel cosiddetto precipizio fiscale. Tuttavia, data la natura disfunzionale del sistema politico americano, non passerà molto tempo prima che ci sia un’altra crisi”, avverte sibillino. Il punto è uno solo.
“Né democratici né repubblicani riconoscono che il mantenimento di uno stato sociale giusto e necessario nella nostra epoca di globalizzazione comporta maggiori imposte per la classe media e per i ricchi”. Come dire: quell’accordo in realtà “ha esteso tagli fiscali insostenibili per il 98% degli americani e non è una vittoria”. Avrà ragione anche stavolta Roubini? Solo il tempo darà la risposta.