I derivati ed il loro (corretto) utilizzo
Molte volte basta solamente pronunciare il termine “derivati” che la gente pensa a qualcosa di estremamente pericoloso e rischioso. Ma sappiamo veramente tutto su questi strumenti finanziari? Siamo veramente a conoscenza delle loro caratteristiche e delle loro, reali, implicazioni? Vediamolo in questo articolo.
L’affermazione iniziale, che vedrebbe i derivati visti per lo più come un qualcosa di pericoloso e rischioso, è senza dubbio vera. Il motivo, però, c’è: perchè se ne fa un uso molto diverso rispetto a quello per cui sono stati concepiti. I derivati finanziari, proprio per questo, sono finiti per essere lo strumento finanziario più dibattuto e più discusso degli ultimi anni.
In molti li hanno additati come i principali responsabili della nascita e dello scoppio di grandi crisi finanziarie, o di essere capaci di piegare banche, aziende, comuni e Stati. I contratti derivati, oggi, valgono al mondo 9 volte il Pil globale.
Vediamo, innanzitutto, cosa si intende per derivati; sono contratti finanziari il cui valore deriva da altre variabili sottostanti: azioni, bond, tassi, valute, commodity, indici. Il ruolo fondamentale per cui sono stati concepiti ed introdotti sul mercato è quello di copertura dai rischi (hedging). Anche se ormai vengono utilizzati, quasi unicamente, per fini speculativi.
Per comprenderne meglio il funzionamento, facciamo un esempio. Ipotizziamo che un’azienda decida di comprare un derivato sui tassi per coprirsi dal rischio che il tasso di interesse sul proprio finanziamento possa salire eccessivamente nei successivi mesi.
Un Cds (Credit default swap) viene utilizzato dagli investitori proprio pre assicurarsi contro il rischio di insolvenza delle obbligazioni nelle quali hanno investito. In questo caso si paga un premio a una controparte e, in caso di fallimento dell’emittente, saranno risarciti.
Potenzialmente, quindi, i derivati sono degli ottimi esempi e degli ottimi strumenti per potersi coprire dal rischio. Negli ultimi dieci anni, però, il loro uso è stato abusato e sono diventati, secondo quanto affermato da Warren Buffet, delle vere e proprie “armi di distruzioni di massa”.
Da qualche anno ci sono sulle aziende più credit default swap (per assicurarsi da una loro eventuale bancarotta) che debiti. Ad esempio, Alcoa ha 8,8 miliardi di dollari di debiti e allo stesso tempo CDS per 26 miliardi: assicurazioni sul default superiori a oltre tre volte i debiti dell’azienda. E’ come se una persona assicurasse tre auto per furto e incendio pur avendo una sola auto.
Oggi un pugno di banche ha in bilancio derivati superiori al valore del pil mondiale: Jp Morgan 70mila miliardi, BofA ML 65mila miliardi, Citigroup 51mila miliardi. Il mercato dei derivati è ancora poco trasparente e completamente nelle mani di poche banche (quasi tutte americane).
Qualche passo in avanti per una maggiore regolamentazione è stato compiuto in America, in Europa con la direttiva Emir e anche in Asia. Oggi questi strumenti, più che assicurare una copertura dai rischi, tendono a moltiplicare pericolosamente i rischi, facilitando lo scoppio di gravi crisi finanziarie.
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