Non solo Cipro: tutti gli stati in crisi
Nelle ultime due settimane abbiamo scoperto, conosciuto e, speriamo, disinnescato la crisi bancaria di Cipro. La soluzione è stata decisamente controversa: prelievo forzoso sui depositi al di sopra dei 100mila euro presenti nelle banche cipriote. La decisione ha destato scalpore ed è stata presa, ovviamente, male dalla gente locale.
Non solo Cipro. Il caso dell’isola del Mediterraneo ha portato alla ribalta il problema dei cosiddetti “stati-banca”: dimensioni economiche piccole ed un settore bancario ampio e, in molti casi, ipertrofico. In questo articolo facciamo un viaggio nei fondamentali dei Paesi a rischio.
SLOVENIA: è stato il primo Paese post-comunista ad entrare nell’Eurozona; ciò è avvenuto nel 2007. Il problema principale è il finanziamento sui mercati, visto che non emette obbligazioni in euro dal marzo 2011. L’ultima emissione, in dollari, è datata ottobre 2012. Il motivo è presto detto: rendimenti in continua ascesa, con bond a due banni sopra al 7%. Per questo si teme che il Paese necessiti di un piano di intervento internazionale. Di questo contesto non ne sta beneficiando il settore bancario, che vede le sofferenze aumentare; ora l’ammontare è a 7 miliardi di euro, praticamente 1/5 del Pil.
Il settore bancario, però, non può essere paragonato a quello cipriota: 143% del Pil a fine 2012 ed una necessità di finanziamento molto limitata, pari a circa 1 miliardo di euro. L’altro fattore incoraggiante è la sostenibilità del debito, al 53,7% del Pil: una cifra che non supererebbe il 70% anche se lo Stato dovesse ricapitalizzare le banche e far confluire in una bad bank gli asset tossici.
LETTONIA: non fa ancora parte dell’area Euro, ma dovrebbe entrarci nel 2014. Il settore bancario che porterà in dote non è certo brillante: su 12,5 depositi calcolati a fine 2012, ben 6,1 sono detenuti da cittadini non residenti. E tra questi, il 90% secondo stime dell’Fmi, è denuto da cittadini russi. Qui scatta il parallelo con Cipro. Il governo ha smentito, ma gli asset bancari sono al 130% del Pil, contro il 716% di Cipro. Sono invece più rassicuranti sono però i fondamentali della repubblica baltica, che può vantare un rapporto tra debito pubblico e Pil del 41,9%, una crescita sostenuta (+4,5% nel 2012) e un deficit all’1,3% del Pil.
LUSSEMBURGO: è considerato uno dei paradisi fiscali più sicuro e solido dell’intero globo. Qui gli asset bancari raggiungono una percentuale incredibile: 2.174% del Pil del Paese; praticamente tre volte quello di Cipro, che era già una cifra esorbitante. Le autorità del Governo, nei giorni scorsi, si sono affrettate a prendere le distanze dalla situazione cipriota citando che il proprio sistema bancario vede 141 banche di 26 Paesi differenti, tutte in piena salute. Anche qui sono ottimi i fondamentali: deficit/Pil al 20,5% e Pil in leggera crescita.
MALTA: anche qui gli asset bancari sono arrivati ad una percentuale immensa rispetto al Pil: 792. Cipro è vicino, almeno nei numeri. Il Paese, però, non ci sta ad essere paragonato all’altra isola del Mediterraneo visto che le banche maltesi hanno una esposizione decisamente limitata verso i titoli emessi da Paesi gravati da programmi di salvataggio. Anche qui buoni i fondamentali: debito pubblic/Pil al 72,1%, deficit/Pil al 2,6% e crescita vicina all’1%.
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