Italia: vicina l’uscita dal deficit

Pubblicato da: MatteoT - il: 03-05-2013 22:30 Aggiornato il: 03-05-2013 21:51

Buone notizie, almeno in campo macroeconomico-finanziario, per l’Italia che si appresta all’uscita dalla procedura europea per deficit eccessivo. Secondo le ultime previsioni della Commissione europea, il rapporto tra deficit e pil del nostro Paese, dopo il 3% del 2012, è stimato nel 2,9% nel 2013 e nel 2,5% nel 2014. Con questi valori, la raccomandazione della Commissione Ue per l’uscita dalla procedura per deficit eccessivo, il 29 maggio, sembra acquisita.

Debito pubblico

Lo stesso vicepresidente della Commissione Ue, Olli Rehn, in contatto con il ministro Saccomanni da cui si aspetta nelle prossime settimane i dettagli del programma di stabilità aggiornato, ha confermato stamani che il deficit sotto il 3% rispetto al pil nel 2013 facilita l’uscita dell’Italia dalla procedura per deficit eccessivo”.

La decisione a fine maggio verrà presa a condizione che “continui l’impegno per finanze pubbliche solide”. Per l’uscita dalla procedura è necessario che il deficit resti sotto il 3% “nel 2013 e anche dopo” e che in parallelo ci sia una “agenda di riforme strutturali”, necessarie per “invertire il lungo e radicato declino della competitività italiana”, ha puntualizzato Rehn, rimarcando quanto sia importante che l’Italia lavori per il ritorno della competitività e per la capacità di tornare a crescere e creare posti di lavoro. Questo, infatti, ridurrebbe anche le pressioni sulle finanze pubbliche.

Quest’anno, poi, il deficit strutturale dell’Italia calera allo 0,7% del Pil per il 2013 e nel 2014, rispetto all’1,3% del 2012. Nonostante questi miglioramenti, il debito pubblico della penisola continuerà ad aumentare segnando nuovi massimi storici. Secondo quanto afferma la Commissione europea, il debito pubblico nel 2013 raggiungerà il 131,4% nel 2013, rispetto al 127% del 2012 ed oltre al 132,2% nel 2014.

Non ci sono d’altra parte “chiari segni di ripresa a breve, visto che la fiducia dei consumatori e delle imprese rimane in territorio negativo” a causa dell’ulteriore contrazione dell’attività economica nella prima metà dell’anno. Però lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese sosterrà una “lieve ripresa a partire dal terzo trimestre del 2013”.

Ma intanto continuerà la perdita di posti di lavoro in Italia: il tasso di disoccupazione previsto per quest’anno dalla Commissione Ue è pari all’11,8%, mentre salirà al 12,2% nel 2014, anno in cui Bruxelles prevede una stabilizzazione. Un trend comunque simile a tutta l’Europa. La Commissione europea stima infatti un calo del pil europeo dello 0,4% per l’insieme dell’Unione valutaria quest’anno, dopo il -0,6% del 2012, a cui seguirà un recupero dell’1,2% nel 2014.

Tuttavia la disoccupazione salirà al 12,2% quest’anno dall’11,4% del 2012 e resterà quasi invariata nel 2014 con una limatura al 12,1%. “Sfortunatamente per il mercato del lavoro non prevediamo ancora un’inversione di tendenza per quest’anno”, ha commentato Rehn, chiedendo di fare tutto il possibile per superare la crisi della disoccupazione in Europa.

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