Derivati tossici: le indagini da Roma
E’ di ieri la notizia del presunto scandalo legato alle perdite sui derivati accertato e presentato dal rapporto del Ministero del Tesoro. E’ lo stesso istituto a spiegare le potenziali enormi perdite in miliardi di euro dalla ristrutturazione di alcuni di questi contratti. La Procura di Roma ha avviato un’inchiesta per far luce.
L’indagine è stata affidata al procuratore aggiunto Nello Rossi che collaborerà con la Guardia di Finanza in un’inchiesta che, come ha spiegato al Financial Times, non sarà di tipo criminale e al momento è senza indagati e senza ipotesi di reato. L’indagine ha un unico obiettivo: far luce su una situazione poco chiara in cui si dovrà capire a quanto ammontano le possibili perdite, al modo in cui queste influiranno sui bilanci pubblici e, certamente, bisognerà scoprire quali sono le banche coinvolte.
Negli anni ’90, per rientrare nei requisiti necessari all’adozione dell’Euro, l’Italia mise in atto una serie di operazioni sui derivati. Nel 2012, quando la finanza del nostro paese sembrava destinata ormai al fallimento, alcuni di questi contratti sono stati rinegoziati. Il vero problema è sostanzialmente questo, le ristrutturazioni dei contratti sono potenzialmente svantaggiose per il nostro paese e, secondo i calcoli del Financial Times potrebbero imporre alle casse italiane una perdita di almeno 8 miliardi di Euro.
Il Tesoro ha provato a chiarire la situazione smentendo la tesi secondo la quale queste perdite metterebbero a rischio i conti pubblici del nostro Paese, ma a questo punto si attende il parere dei procuratori, chiamati a far chiarezza sulla vicenda. Arriva poi anche l’appello (e l’esposto) delle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori che chiedono giustizia, perché è intollerabile che “banche d’affari e tecnocrati del Tesoro facciano profitti su contratti fraudolenti”.
Bisogna fare luce e bisogna farlo in fretta. L’Italia vive una crisi drammatica ed è intollerabile che in questa situazione vengano salvaguardati i vantaggi delle banche e trascurati i danni apportati ai conti pubblici. È questo il messaggio delle associazioni a tutela dei consumatori: vogliamo vederci chiaro.
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