Aumenta il rischio usura in molte zone del sud Italia
Secondo un’indagine pubblicata recentemente dalla CGIA di Mestre, nell’ultimo anno si è verificata una forte contrazione dei prestiti concessi alle famiglie italiane, soprattutto al Sud. E ciò contribuisce ad aggravare il rischio-usura in varie zone del Paese. Stando alle stime della Confederazione, infatti, tra il maggio 2012 e il maggio 2013 le banche hanno ridotto i finanziamenti personali agli italiani per un totale di circa 5 miliardi di euro, di cui 3 miliardi (quasi il 60% del totale) sono stati tagliati ai nuclei familiari del Meridione.Tra le regioni più colpite figurano la Calabria (-4,3% nel volume dei prestiti concessi), la Basilicata (-4,2%), la Sicilia (-2,7%), il Molise (-2,7%) e la Campania (-2,6%). Aree, queste, in cui il fenomeno dell’usura sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti, sia da un punto di vista economico-sociale sia da un punto di vista criminale: ciò è quanto emerge dall’indice del rischio-usura elaborato per il 2012 dalla stessa CGIA.
Secondo il segretario dell’associazione, Giuseppe Bortolussi, il fenomeno dello strozzinaggio è tanto più pericoloso in quanto non è possibile fare dei calcoli efficaci basandosi solo sul numero di denunce: molti, troppi episodi di usura rimangono sommersi e non vengono denunciati, conferendo così un’attendibilità scarsa alle stime quantitative che oggi vengono fatte del fenomeno.
Secondo Bortolussi, inoltre, il perdurare della crisi nei settori dell’artigianato, del commercio e l’aumento della pressione fiscale spingono molti artigiani verso gli usurai, così come malattie e infortuni gravi obbligano spesso i lavoratori dipendenti e i disoccupati a fare ricorso a fonti di credito pericolose.
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