Recupero Crediti: la normativa italiana del 2022

Pubblicato da: Redazione E-investimenti.com - il: 13-08-2022 17:49 Aggiornato il: 01-08-2022 17:52

Il settore del recupero crediti è oggetto di numerose e costanti evoluzioni in materia di normative e regolamentazioni che di conseguenza cambiano anche le procedure da attuare. Attualmente non vi è una nuova legge sul recupero crediti e la normativa di riferimento resta l’articolo 115 del TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza).

Il Regolamento di Esecuzione del TULPS afferma che le agenzie di recupero crediti rivestono il ruolo di intermediari per gli affari di terzi. Ad oggi, chi svolge l’attività di recupero crediti deve comunicare il committente della licenza all’ufficio competente, indicando le zone di competenza e l’elenco dei propri agenti.

In questo articolo vedremo come funziona la prescrizione dei debiti e cosa non può fare un’agenzia di recupero crediti secondo la legge.

Recupero crediti: come funziona la prescrizione dei debiti

La prescrizione di un credito avviene dopo 10 anni, tranne per alcune eccezioni a cui è possibile applicare la prescrizione breve di 5 anni o le prescrizioni presuntive. Per queste ultime, la legge stabilisce che il debito deve essere pagato fra 6 mesi e 1 anno. In caso di mancato pagamento il creditore ha a suo carico l’onere della prova e il debitore deve attendere il periodo di prescrizione.

In linea generale, la prescrizione per i debiti provenienti da contratti o atti leciti è di 10 anni e la prescrizione per i debiti derivanti da atti illeciti è di 5 anni. Il termine della prescrizione ha inizio il primo giorno in cui è possibile far valere il diritto da parte del creditore fino all’ultimo giorno stabilito dalla legge.

I debiti da pagare devono essere notificati attraverso una cartella di pagamento che contiene l’invito a pagare entro 60 giorni, assieme alle informazioni che indicano l’ufficio emittente, la descrizione degli addebiti e le motivazioni, le modalità di pagamento e le modalità per un eventuale ricorso.

Recupero crediti: normativa sulla privacy

Quando si affida la gestione del recupero crediti a una società di gestione crediti, l’azienda deve fornire alla società tutte le informazioni sul debitore utili alla sua attività. Riguardo al tema della privacy, il Regolamento UE del 27 aprile 2016, n. 679 ha modificato numerose regolamentazioni sulla privacy (GDPR) che hanno intaccato notevolmente anche il settore del recupero crediti.

Nulla è cambiato per l’affidamento di crediti commerciali in ambito B2B, mentre per il recupero crediti il Garante della privacy ha specificato quali sono i dati necessari da condividere con la società di gestione del credito di riferimento, ovvero:

  • Dati anagrafici del debitore;
  • Codice fiscale o partita IVA;
  • Ammontare del credito vantato;
  • Condizioni del pagamento;
  • Recapiti

In questo caso, i dati del debitore possono essere trattati anche senza consenso, purché contestuali al far valere il proprio diritto.

Affidare i propri crediti a una società specializzata nella gestione del recupero crediti rappresenta sempre la soluzione più conveniente per un’azienda che intende ottenere indietro il credito spettante. Le società specializzate, infatti, conoscono tutti gli aspetti normativi e svolgono l’attività di recupero crediti con professionalità, senza ledere alla reputazione dell’azienda cliente.

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