Crisi finanziaria: dopo la Grecia a chi toccherà?
Gli addetti ai lavori del mondo della finanza si chiedono in continuazione: “dopo la Grecia a chi toccherà? Ad Irlanda e Portogallo. E poi?”. Dato che il nostro paese è considerato parte della periferia dell’Europa, come viene chiamato oltreocenao a Wall Street, un pò meglio degli altri ma senza esagerare, noi, gli italiani e chi ci governa, dovremo provare angoscia nel sentire questa domanda.
L’effetto domino è concreto e tutti dobbiamo temerlo. Per tutti i paesi che violano le regole UE, la commissione europea ha proposto sanzioni più severe. Il sistema bancario, nonchè la ripresa della sua economia, può essere minacciato dalla turbolenza finanziaria della periferia dell’euro-zona.
Il Wall Street Journal, considerato una vera e propria “bibbia” della finanza americana, scrive: dopo che Moody’s ha tagliato il rating di 3 livelli (a Baa3) ad Anglo Irish Bank, la banca irlandese, le preoccupazioni sono aumentate. Ma non solo. Il giornale aggiunge inoltre che il sistema bancario è di fatto paralizzato dal collasso del mercato immobiliare irlandese. Il Governo, trovandosi alle strette, è dovuto intervenire in soccorso con 33 miliardi di euro, ovvero 1/5 del prodotto interno lordo.
Fernando Teixeira dos Santos, Ministro delle finanze portoghese, sta cercando di convincere il governo ad insitere (nonostante l’opposizione, tramite i suoi legali, sta minacciando di bloccare l’aumento delle tasse) con i piani per tagliare il deficit di bilancio. Le rendite in relazione al debito del paese stanno schizzando, visto l’incertezza riguardo alla capacità del Portogallo di adottare ulteriori misure fiscali. Questo è un chiaro segnale della crescente preoccupazione degli investitori. Come ultima considerazione vi illustro un dato: 4,2 punti percentuali. E’ salito così il divario tra i rendimenti dei bond a dieci anni di Portogallo e Germania. Sicuramente un dato che impressiona.
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