Visa entra alla grande in Wall Street e fa un grande passo in Borsa
Visa raccoglie 17,9 miliardi di dollari tra gli investitori, nel più grande collocamento azionario della storia di Wall Street, balza del 35% in Borsa e dà un forte segnale di ottimismo ai mercati in preda alla crisi. Il gigante statunitense delle carte di credito, che ha chiuso gli scambi a 57,29 dollari con +30%, ha anche deciso di fissare un prezzo più alto della forchetta prevista inizialmente, con le azioni messe in vendita a 44 dollari ciascuna contro un range indicativo tra 37 e 42 dollari per azione. I quasi 18 miliardi raccolti rappresentano un record assoluto, per la Borsa Usa.Il primato precedente apparteneva a At&t, colosso della telefonia che nell’aprile del 2000 raccolse 10,6 miliardi. Due anni prima, nel 1998, l’ex monopolista telefonico giapponese, Ntt Docomo, aveva raccolto alla Borsa di Tokio 18,4 miliardi. Primato rimasto imbattuto fino all’arrivo nel palcoscenico mondiale della Cina. Il collocamento azionario della Icbc, una delle principali banche del Paese, ha raccolto 21,9 miliardi di dollari nel 2006. L’incasso di Visa però potrebbe salire ancora. Se le banche che hanno curato il collocamento decidessero di esercitare l’opzione che dà loro diritto di acquistare altri 40 milioni di titoli, la somma raccolta salirebbe fino a 19,7 miliardi al netto delle spese, piazzando Visa al secondo posto nella classifica dei collocamenti record.
La ragione di tanto successo in questa fase di profonda sofferenza per i mercati finanziari è più semplice di come potrebbe sembrare: a differenza di alcuni dei suoi concorrenti come American Express o, in Usa, Discovery Financial, Visa non presta soldi e dunque non rischia insolvenze. Il suo business è la gestione delle transazioni. E dunque, sintetizza Gwenn Bezard, analista di Aite Group, anche se i debitori non riusciranno a onorare i debiti, Visa farà comunque soldi. Si tratta di una società molto attraente. Non è una sorpresa: anche perchè il principale concorrente di Visa è Mastercard, che dal momento della sua quotazione ha visto il prezzo delle sue azioni quintuplicare. Mentre Discovery, quotata da luglio scorso, ha perso valore. D’altronde, a fronte della contrazione del credito – il cosidetto credit crunch – Visa stima una crescita degl utili del 20% per quest’anno. Da qui, il grande interesse degli investitori, che hanno letteralmente fatto a gara per assicurarsi le azioni nella fase di ipo (initial public offering, l’offerta pubblica iniziale che precede l’avvio degli scambi sul titolo). All’avvio delle contrattazioni, con il simbolo “V” gli operatori del New York Stock Exchange si sono buttati a comprare a mani basse, facendo salire la V di Visa di oltre 16 dollari fino ai 60,10 dollari nelle prime fasi degli scambi.
Il debutto col botto di Visa non basta a tenere in positivo gli indici di Wall Street, con il Dow Jones che chiude in calo del 2,36%. Ma basta per sostenere forti acquisti sul settore bancario e finanziario, con molti titoli in forte rialzo. C’è una ragione molto diretta. A fregarsi le mani per il debutto da record, oltre ai fortunati che hanno comprato durante l’ipo, sono soprattutto gli azionisti di Visa. Tra queste, Citigroup, Bank of America e JP Morgan, che potrebbe mettere in cassa fino a 1,25 miliardi di dollari. Bank of America circa 625 milioni, almeno 300 milioni Citigroup. Niente male, con i tempi che corrono.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato con guide e iniziative esclusive per gli iscritti!