Ue indaga sul cartello del cemento
Dopo l’lcd, nel mirino dell’antitrust europeo arriva il settore del cemento; nonostante una condanna già messa in atto alla fine degli anni Novanta, le big del settore potrebbero esserci ricascati; il sospetto della Commissione Europea che controlla la concorrenza è che sia stato costituito un cartello illegale.
La Commissione intende effettuare indagini per verificare la possibile esistenza di restrizioni dei flussi commerciali tra vari stati, di ripartizione dei mercati, di coordinamento dei prezzi e di altre pratiche potenzialmente anticompetitive nel mercato del cemento e dei prodotti ad esso correlati.
In sostanza, la Ue vuole dimostrare se i leader del settore invece di farsi concorrenza – e in questo modo abbassare i costi per i consumatori e le imprese – abbiano cercato accordi di vario tipo per sostenere i prezzi.
Bruxelles, in via ufficiale, non ha offerto precisazioni sui nomi delle società coinvolte, ma ha indicato i nomi dei paesi dove queste sono attive: Francia, Germania, Austria, Belgio, Italia, Spagna, Lussemburgo, Paesi bassi, Repubblica ceca e Regno Unito.
Nel pomeriggio, sia Italcementi sia l’altro gruppo leader in Italia, Buzzi Unicem (che controlla la tedesca Dyckeroff), hanno ammesso di essere coinvolte. Ora bisognerà capire se anche in questa occasione la Ue troverà o meno prove sufficienti per un’altra multa milionaria.
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