Saras, altro anno in rosso ma Moratti confida nel gasolio
La società controllata dalla famiglia Moratti, leader in Europa per la raffinazione di idrocarburi, la Saras, ha chiuso per il secondo anno il bilancio in rosso. I ricavi del gruppo sono cresciuti del 62% a quota 8.615 milioni di euro, ma l’Ebitda è sceso del 35% attestandosi a 223,5 milioni.

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Ancora più distanti i risultati netti di gruppo: il valore “reported” è in rosso per 9,5 milioni (era stato positivo per 72,6 nel 2009) mentre il risultato netto “adjusted” di gruppo è in rosso di 43,9 milioni, ma in miglioramento (del 19%) rispetto ai 54,5 milioni del 2009.
Le differenze – spiega nella nota la società – dipendono dalla metodologia usata per valutare gli inventari (Fifo o Lifo). E, inoltre, sempre per rendere più attinente la fotografia dei conti, sono state tolte le poste non ricorrenti e le variazioni del “fair value” degli strumenti derivati: le voci così esposte vengono definite “comparable” e “adjusted” e non sono soggette a revisione contabile. Infine la posizione finanziaria netta: al 31 dicembre 2010 era negativa per 560 milioni, in miglioramento rispetto ai 644 del settembre 2010 e sostanzialmente in linea con il dato di fine anno 2009.
Guardando al 2011, il presidente della società, Gian Marco Moratti, ha dichiarato che “con il diesel da autotrazione proiettato a riconfermarsi come il prodotto petrolifero con i margini più elevati, e l’olio combustibile ad alto zolfo in progressivo indebolimento, le raffinerie complesse come quella del gruppo Saras sono posizionate idealmente per riaffermare il loro ruolo dominante. Naturalmente, Saras – ha concluso – segue con attenzione la situazione contingente nel Nord Africa, ed è pronta ad adeguarsi all’evoluzione della stessa, grazie alla propria flessibilità”.
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