Imprese indebitate per 980 miliardi di euro
In Italia le imprese hanno un indebitamento superiore ai 980 miliardi di euro; l’aumento del tasso di interesse definito giovedì dalla Bce porterà un costo aggiuntivo pari a 2,45 miliardi di euro. E’ l’allarme lanciata dal segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi.
“Intendiamoci la decisione della Bce di aumentare il tasso di interesse determinerà un incremento del costo del denaro a livello locale sicuramente superiore allo 0,25%. Pertanto, possiamo dire con certezza che il costo aggiuntivo di 2,4 miliardi di euro è sottostimato. Inoltre – prosegue Bortolussi – non è nemmeno da escludere che questa operazione penalizzerà in maniera più pesante le piccole imprese delle grandi. Infatti, per un piccolo imprenditore il potere contrattuale nei confronti del sistema bancario è spesso molto modesto. Cosa diversa è quando al tavolo della trattativa con un istituto bancario si siede una grande impresa: questa può contare su un peso politico molto diverso da quello esercitabile, ad esempio, da un artigiano o da un piccolo commerciante”.
A livello regionale, invece, saranno gli imprenditori della Lombardia, del Trentino e dell’ Emilia Romagna a pagare il conto più salato. Per i primi, a fronte di un indebitamento complessivo pari a 269,4 miliardi di euro, ciascuna impresa subirà un aumento medio dei costi, pari a 818 euro l’anno. Per i secondi, gli incrementi di spesa saranno altrettanto importanti. Per le aziende del Trentino (debito complessivo pari a 28,8 miliardi di euro), l’incremento medio annuo dei costi per impresa sarà di 706 euro; per gli emiliano-romagnoli (con una esposizione bancaria di 108,2 mld di euro), l’aumento di spesa pro-azienda sarà di 631 euro.
“Infine – conclude Bortolussi – l’incremento dei debiti registrati nell’ultimo anno (30 aprile 2011 su 30 aprile 2010) è stato molto forte soprattutto nelle regioni del sud. A fronte di un dato medio nazionale pari al +6,1%, in calabria è stato del +8,1%, in basilicata del +8,2% e in campania del + 8,3%. Le punte massime, invece, si sono toccate in Puglia (+9%) ed in Sicilia (+9,9%”).
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