Trading opzioni binarie e tassazione
Il trading in opzioni binarie ha ormai preso piede in maniera esponenziale, e questo anche grazie ad una sua prerogativa fondamentale: la velocità. Oltre a questo, le opzioni binarie sono molto gettonate perchè semplici da comprendere, facili da attuare, viste le regole base minime che ci sono; e molto redditizie in caso di investimenti favorevoli. Infatti, sia che si metta a segno un investimento favorevole, sia che invece si registri una perdita, i possibili guadagni di ogni operazioni sono ben noti a tutti.
Uno strumento finanziario ancora non disciplinato
Il trading in opzioni binarie sono una tipologia di strumento finanziario che appartiene a quella dei derivati, e ha una natura che è sicuramente speculativa. Malgrado questo, possiamo affermare che non vi è ancora una disciplina che le regoli dal punto di vista fiscale; ed è per questo che alcuni aspetti non essendo ancora molto chiari, spesso pongono i traders in una situazione di difficoltà. Questi buchi, ancora non colmati dal legislatore italiano, prima o poi dovranno essere presi in esame, e trovata una soluzione; visto che fino ad ora il tutto si regola su ciò che è stato stabilito nel Tuir, nelle direttive comunitarie, nelle norme presenti nel codice civile, e in quelle che sono le interpretazioni che l’Agenzia delle Entrate ha dato in alcuni casi specifici.
L’onere fiscale spetta solo ai traders
Entriamo nello specifico e consideriamo alcuni aspetti importanti che devono i broker protagonisti. Infatti, proprio le piattaforme per il trading online in opzioni binarie, non danno la possibilità di poter aprire un rapporto con regime dichiarativo o amministrativo. Per quel che riguarda il primo caso, ovvero il regime dichiarativo, i traders hanno l’obbligo di dover dichiarare le minusvalenze e plusvalenze; mentre per quel che concerne il secondo caso, è la banca o il broker in questione che va a trattenere le somme sui proventi che eventualmente sono dovute, andando ad agire come un sostituto di imposta. Dunque, esiste solo il regime dichiarativo, e i traders devono essere consapevoli ce l’onere fiscale spetta a loro. Quindi sono loro che dovranno provvedere a fare la dichiarazione dei redditi, anche nel caso in cui non risultassero plusvalenze. Quindi, sia in caso di plusvalenze che di minusvalenze, il trader è tenuto ad allegare la certificazione che viene rilasciata dal broker, e che va ad attestare appunto la presenza di minusvalenze e plusvalenze, oltre ad eventuali compensazioni. Questa certificazione, in caso di più posizioni aperte con più broker, dovrà essere richiesta e a tutti i broker, che sono obbligati a rilasciare questa dichiarazione.
Come compilare la documentazione da allegare
Se invece prendiamo in considerazione il punto di vista operativo, quando non si verificano plusvalenze, allora il trader è tenuto solo a compilare la sezione del modello Unico, che è relativa a quelli che sono i rapporti di trasferimento che si ci sono stati con il broker. Oltre a questo modello, bisognerà anche compilare il frontespizio dei riquadri RW, RM, ed RT. Se invece, il trader ha messo insieme anche plusvalenze, oltre a tutto questo, andranno compilate anche tutte le parti che sono sottostanti ai riquadri di cui facevamo riferimento in precedenza, con i dati che sono riportati all’interno della certificazione che viene rilasciata dal broker. Per quel che concerne, invece, l’aliquota fiscale, siamo al 20%, e questa viene liquidata direttamente in fase dichiarativa.
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